HRCOFFEE: “Le aziende puntino sull’intelligenza emotiva per trattenere i talenti”

IN FOTO: Il team di HRCOFFE

Lavorare sul coinvolgimento delle persone favorendo e stimolando l’interazione tra i collaboratori è la mission di HRCOFFEE, la startup innovativa che ha sviluppato un nuovo modello di gestione del personale basato su approccio people based (persone al centro). La piattaforma e l’applicazione HRCOFFEE danno l’opportunità di digitalizzare i processi aziendali attraverso sistemi innovativi di social collaboration e people analytics: partendo dalle persone che vivono l’azienda,  le pone in connessione e permette loro di interagire. 

Abbiamo intervistato Maria Cesaria Giordano, CEO e co-founder e Davide de Palma, CTO e co-founder di HRCOFFE.

Ci potete dire qualcosa di voi e quali competenze avevate quando avete concepito l’idea della vostra startup?

Io e Davide ci siamo conosciuti sui banchi dell’Università di Bari, dove entrambi abbiamo conseguito la laurea in Psicologia del Lavoro e Organizzazioni. Terminata l’Università abbiamo preso strade differenti perché io ho fatto un Master in Progettazione e Management della Comunicazione Multimediale all’Università di Torino mentre Davide due Master in Gestione Risorse Umane; il primo presso la MeliusForm Business School l’altro alla SPEGEA Business School

Il destino ci ha fatti incontrare nuovamente nel mondo del lavoro e, dopo pochi anni, abbiamo deciso di dare inizio ad un’attività professionale utilizzando metodologie social per la valorizzazione del capitale umano e di sposarci. Infatti oltre che essere co-founder di HRCOFFEE, siamo anche marito e moglie. 

Maria Cesaria Giordano, CEO e co-founder di HRCOFFEE

Come nasce l’idea della vostra startup? Da quale problema reale da risolvere siete partiti?

L’idea della nostra startup nasce dal fatto che come dipendenti non riuscivamo ad esprimere le nostre idee al management e non c’era un’area o un momento appositi dove poterlo fare. Eravamo un fiume in piena e così i nostri colleghi con i loro sogni. 

Da qui la volontà di diventare protagonisti di un nuovo modo d’innovare e velocizzare i processi di gestione del personale e organizzativi, senza prescindere però dal fattore umano.
Una bella responsabilità che siamo felici di portare avanti. 

L’approccio, infatti, si basa sul people based, mettere le persone al centro, senza andare a classificarle in diverse categorie come “talenti” e “non talenti”, ma considerandole tutte portatrici di conoscenza. 

Abbiamo quindi sviluppato la piattaforma HRCOFFEE che utilizza l’intelligenza artificiale per creare grafi di conoscenza (dall’inglese Knowledge Graph, ovvero un approccio che permette di costruire reti di relazioni tra tutte le diverse e possibili identity),  e interazioni libere da gerarchie aziendali, tra tutti i collaboratori. La nostra piattaforma infatti, si basa su una strategia che parte dalle persone che vivono un’azienda, le pone in connessione e permette loro di comunicare, esprimere bisogni, soft skills ed esperienze. Questo genera una serie di informazioni e report che la funzione Risorse Umane troverà indispensabili per approfondire la conoscenza delle singole persone e per creare percorsi individuali di crescita professionale.

Ci potete illustrare il mercato dove si muove la vostra startup? Avete dei competitor?

La nostra startup si muove nel campo dell’Hrtech e abbiamo competitor nazionali e internazionali che si stanno muovendo nella nostra direzione.

Come avete finanziato la vostra startup e quali partner vi hanno sostenuto?

Abbiamo un terzo socio Dario Nuccetelli, senior developer manager, che ha creduto in noi sin dall’inizio e messo a disposizione tutto il suo Know how.  Fin dalla nostra fondazione nel 2018, abbiamo la compartecizionazione di Exprivia S.p.A., gruppo internazionale specializzato in Information and Communication Technology e quotata al mercato MTA di Borsa Italiana.

Davide de Palma, CTO e co-founder di HRCOFFEE

La vostra startup parte dal sud Italia. È ancora questo un fattore penalizzante? Avete mai pensato di spostarvi? Al nord o all’estero?

Io e Davide, inizialmente, vivevamo a Roma e distanti dalla nostra terra d’origine. Lì ci siamo accorti che cominciavamo a perdere l’energia e l’entusiasmo. La svolta è stata l’incontro con un Direttore del personale nella sua azienda romana. Il nostro inconfondibile accento, di cui siamo orgogliosi, aveva reso noto le nostre origini pugliesi e ci aveva chiesto come fosse stato il viaggio. Ricordo ancora che erano solo le 10.00 del mattino e, casualmente, la sua azienda distava solo 10 minuti dalla nostra casa/ufficio. Da quel giorno abbiamo capito che la nostra terra d’origine era ed è nel nostro DNA e sarebbe stato meglio tornare in Puglia a dar vita al nostro progetto, dove siamo nati. Nulla è stato facile ma oggi, dopo tante porte in faccia e costante perseveranza, i nostri clienti sono in tutta Italia, ma anche in Spagna e USA. Grazie alla tecnologia riusciamo sempre ad essere in contatto con loro con video call seminari online senza però escludere gli incontri dal vivo. Nel 2022 il territorio non dev’essere un fattore penalizzante perché grazie ai mezzi di trasporto e alla tecnologia possiamo sentirci cittadini del mondo e mantenere vive le nostre unicità, dall’accento ai luoghi di lavoro. 

Ci sono differenze sostanziali fra mercato italiano ed estero? Intendo nel settore dove operate?

Ci sono consapevolezze diverse ma esigenze simili che cerchiamo di soddisfare grazie alla flessibilità della nostra tecnologia. 

Avete intenzione di esportare il vostro modello in altri mercati?

Grazie al dottorato industriale che portiamo avanti con CNR, Confindustria e Università di Bologna puntiamo a dare al nostro modello una rilevanza scientifica internazionale in modo da poter essere su mercati differenti. 

Oggi si parla molto di “Great resignation”, il fenomeno delle dimissioni di massa. Secondo voi è un fenomeno reale? Da cosa nasce questo malessere? Chi esce dall’azienda sceglie una professione autonoma? Avete dei dati sul fenomeno in Italia?

La pandemia ha disegnato nuovi paradigmi lavorativi, nuovi bisogni e nuove consapevolezze, come ad esempio dell’importanza del tempo e della famiglia e il rifiuto di condizioni lavorative troppo pesanti in termini di ore. Questo ha portato di conseguenza ad un aumento delle dimissioni volontarie. In Italia, ad esempio, in base a quanto dichiarato dal ministero del Lavoro, nel secondo trimestre del 2021, ci sono state quasi 500.000 dimissioni volontarie (290.000 uomini e 190.000 donne), +85% rispetto al 2020. Diventa quindi fondamentale per le imprese e i manager investire sulle proprie persone, sul loro benessere e coinvolgimento. 

La vostra startup nasce nel 2018, quindi pre-pandemia. Come è cambiato il vostro “mercato”? Sono cambiate delle strategie o dei modelli di business?

Oggi ci sono più “orecchie” predisposte ad ascoltarci e un management che ha voglia di mettersi in gioco. Il covid ha destabilizzato tutti e rimesso in gioco priorità ed esigenze.  

Parliamo di scalabilità. Con quale strategia di crescita la state effettuando?

Per quanto riguarda la scalabilità stiamo puntando sulla semplificazione, ovvero creare un ambiente digitale più lineare e semplice da usare. 

Machetalento.it nasce anche con lo scopo di spronare i giovani all’azione non solo nel settore delle startup ma anche della micro imprenditoria. Avete dei suggerimenti per chi vuole formarsi o sviluppare un’idea imprenditoriale?

Per le startup consiglio di creare la propria idea seguendo il proprio intuito e di plasmarla parlandone a persone diverse e lontane dal settore di riferimento. È importante saper accettare suggerimenti, consigli e a volte anche critiche, se costruttive, perchè possono essere preziosi per rivedere e quindi ottimizzare la propria idea.  Non bisogna inoltre dimenticare di osare ed essere sempre preparati, lo studio del infatti è fondamentale perchè un’idea, si trasformi in una realtà vincente. La verità assoluta, in un mondo così complesso e con tante variabili da considerare, non esiste, tuttavia perchè non provarci?

Sito: https://www.hrcoffee.it/

Intervista a cura di Giuseppe Piro, direttore editoriale e ideatore di Machetalento.it