Come aprire una startup di successo: le competenze fondamentali

L’idea di avviare una startup può essere balenata nella testa di molti dopo aver il valore astronomico di alcune di queste, come Space X, il cui fondatore è Elon Musk. Se si guarda all’elenco di aziende di questo tipo che sembrano avviate a superare il miliardo di dollari, almeno secondo Forbes, la maggior parte di queste opera nel settore legato all’Intelligenza Artificiale e a quelli che potrebbero essere i suoi sviluppi in un futuro ormai non troppo lontano. Avviare però una startup da zero è un processo complesso che richiede una combinazione di competenze, strategia e determinazione. Il successo dipende da molteplici fattori, tra cui la validità dell’idea imprenditoriale, l’accesso ai finanziamenti, le capacità gestionali e la conoscenza del mercato. 

Il primo step deve necessariamente include un’idea imprenditoriale valida. Di solito una startup nasce da un’idea innovativa capace di risolvere un problema concreto o di rispondere a un bisogno di mercato. Per validare l’idea possono essere utili le analisi di mercato, così da comprendere la domanda, i potenziali clienti e i competitor. In secondo luogo, servirebbe una chiara definizione del valore aggiunto: ciò significa identificare cosa rende il prodotto o servizio unico rispetto alla concorrenza.

Una volta soddisfatto questo preliminare step, è possibile passare alla vera e propria redazione di un business plan. Si tratta di uno strumento essenziale per definire obiettivi, strategie e risorse necessarie per l’avvio della startup. Tra gli elementi che è possibile ritrovarvi si contano l’analisi finanziaria (con la stima dei costi iniziali del progetto), il modello di business (con cui si va a delineare la strategia di monetizzazione) e infine il piano operativo per la crescita (che delinea le fasi successive del progetto). 

In seguito, un altro punto cruciale: una startup infatti necessita di risorse economiche per avviare e sviluppare l’attività. L’opzione più comune è l’autofinanziamento ma in realtà è strettamente legato al settore in cui si vuole operare. In certi ambiti, infatti, è più utile ricercare investitori o dar vita ad un crowdfunding, vale a dire la raccolta di capitali attraverso piattaforme online. Infine, si può ricorrere a finanziamenti pubblici e agevolazioni ma occorre leggere nel dettaglio quali sono i settori che possono accedervi. 

Una volta definiti questi passaggi cruciali, è possibile passare alle fasi riguardo la creazione del team iniziale e il conseguente sviluppo del prodotto o servizio. Giunti alla conclusione di quest’ultimo, è possibile passare allo step dedicato all’elaborazione di strategie di marketing per l’acquisizione dei clienti.

Il ruolo della formazione universitaria

L’università può offrire un supporto importante nella creazione di una startup grazie a diversi strumenti, non tutti sempre conosciuti. Ovviamente può essere facilitato alla gestione della start up chi ha maturato conoscenze e competenze approfondite sulla gestione aziendale anche in campo accademico, soprattutto relativamente all’area economica. Il piano della laurea in economia aziendale ad esempio offre la possibilità di comprendere a fondo l’ambito finanziario e gestionale ricollegabile ad una realtà aziendale, che può trovare applicazione (almeno parziale) anche nel caso di una start up. Il contesto universitario può aiutare anche tramite i laboratori di imprenditorialità, che offrono l’opportunità di sperimentare idee innovative, tanto nelle università tradizionali quanto in atenei come Unicusano. Non vanno sottovalutati però anche il networking accademico e soprattutto gli incubatori universitari. Nel primo caso il riferimento va ai contatti nel mondo imprenditoriale e potenziali investitori che si instaurano grazie all’università, nel secondo si guarda ai programmi di supporto per startup in fase iniziale.